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Biografia:

A9-V5 alias Alessandro Vietti

A9-V5 è l'unico droide protocollare che si conosca ad aver sviluppato un'insana passione per la fantascienza. A chiedergli il motivo, lui muove un po' le braccia a scatti come fa sempre, inclina la testa da un lato, ti guarda con qui suoi occhi tondi e fissi e afferma che la sua programmazione di base è stata sconvolta da Star Wars. Era in servizio da soli otto anni quando entrò in quel cinema accompagnato dal suo creatore e venne talmente affascinato da quelle immagini, che quando uscì sentì che qualche circuito dentro di lui era cambiato. O meglio, erano nati collegamenti neurali nuovi e inaspettati, i quali avevano bisogno di essere continuamente alimentati. Fu poi grazie ai telefilm che venivano mandati in onda a quell'epoca, come Spazio 1999, UFO, Galactica e Star Trek, che A9-V5 sviluppò in sé quello che il suo creatore evidenziò come una specie di misterioso virus, ma che ebbe la bontà di non voler mai cercare di estirpare visto che gli effetti parevano tutt'altro che negativi. Quella strana "malattia" infatti aumentava in maniera considerevole le sue facoltà di astrazione, di immaginazione, di inventiva e, secondo il suo creatore, aveva permesso al droide di sviluppare enormemente anche la capacità di sognare. Così A9-V5 continuò a nutrirsi di film, telefilm e fumetti di fantascienza finché, quasi per caso, non scoprì la narrativa. In tre giorni e mezzo lesse tutta la produzione di Isaac Asimov, mentre il quarto fece fuori l'intero Arthur C. Clarke. È facile capire che nel giro di poche settimane A9-V5 non ebbe più niente da leggere e il suo creatore è convinto che sia questo il motivo per cui il droide decise di mettersi a creare le sue proprie storie di fantascienza. Dopo alcuni maldestri tentativi che ricevettero comunque un inaspettato apprezzamento dalla comunità scientifica strabiliata dalle abilità creative sviluppate da un pezzo di latta, A9-V5 continuò cocciutamente a produrre scritti su scritti finché ebbe la fortuna di vincere un concorso letterario nel quale usò l'eccentrico pseudonimo "Alessandro Vietti" poiché aveva deciso di non rivelarsi come essere meccanico. Forse fu questa la mossa vincente, tant'è che il romanzo si aggiudicò il primo premio e venne pubblicato con il titolo Cyberworld dalla Casa Editrice Nord (1996). Fu così che A9-V5 conobbe la comunità del fandom della fantascienza italiana, la quale accolse la sua corazza argentata con calore e simpatia, quasi come una mascotte. Silvio Sosio e Luigi Pachì, due indomiti guerrieri Mandaloriani, riuscirono addirittura a coinvolgerlo nelle collaborazioni con Delos Science Fiction e Il Corriere della Fantascienza che durano ancora oggi, e lo introdussero nell'organizzazione dell'Italcon 2001, la strabiliante convention di fantascienza che si terrà a Torino nell'anno della famigerata Odissea nello Spazio. Nel frattempo le batterie nucleari di A9-V5 non si esauriscono e nell'ottobre del 1999 il droide è uscito con un nuovo romanzo, Il Codice dell'Invasore, scritto in mezza giornata e sempre pubblicato dalla Casa Editrice Nord con il medesimo pseudonimo di "Alessandro Vietti", la cui origine resta ancora ignota e rispetto alla quale A9-V5 manifesta un coefficiente di reticenza altissimo. Per questo è consigliabile non domandargli mai il perché di questo nome: la cosa potrebbe surriscaldarlo inutilmente!

Poiché per sua intrinseca costituzione A9-V5 non dorme mai, se volete potete scrivergli a qualsiasi ora. L'indirizzo è:

vietti@fantascienza.com